L’allestimento in chiave moderna realizzato per il Festival di Salisburgo debutta nel teatro milanese. Protagonisti Francesco Meli e Liudmyla Monastyrska.
Dal 6 febbraio sarà in scena per 9 repliche al Teatro alla Scala Il trovatore di Giuseppe Verdi nell’allestimento di Alvis Hermanis, presentato al Festival di Salisburgo nel 2014 ma nuovo per il teatro milanese. Sul podio il Maestro Nicola Luisotti.
Le scene sono firmate dal regista e da Uta Gruber-Ballehr e illuminate da Gleb Filshtinsky; i costumi sono di Eva Dessecker e Ineta Sipunova è autrice degli interventi video. Il cast che comprende Liudmyla Monastyrska come Leonora, Francesco Meli come Manrico, Violeta Urmana come Azucena, e Massimo Cavalletti come Conte di Luna, mentre Gianluca Buratto si alterna con Riccardo Fassi nella parte di Ferrando.
Una vicenda intricata dai tratti freudiani
La drammaturgia de Il trovatore occupa una posizione del tutto particolare nel contesto della produzione verdiana. Il librettista Salvatore Cammarano, in collaborazione a volte dialettica con Verdi, giunse a disegnare una struttura drammaturgica fondata sulla tensione tra quattro personaggi archetipici. Sono le figure dei quattro protagonisti, rappresentate con forza trascinante dalla musica, a coinvolgere lo spettatore in una vicenda altrimenti intricatissima, in continua alternanza tra azione e narrazione del passato, che risulta ancora più oscura se posta accanto al procedere lineare e inesorabile delle drammaturgie di Rigoletto e de La traviata (Luciano Berio scriveva che rispetto alle consorelle Il trovatore è “una faccenda più oscura, e freudiana”).
L’ambientazione in una pinacoteca, come ponte tra le varie epoche
L’ambiziosa soluzione proposta da Alvis Hermanis, cioè di ambientare la vicenda all’interno di una pinacoteca, è un ponte tra l’epoca in cui si finge l’azione, quella in cui l’opera è stata scritta e il momento presente, costruito facendo leva sulla validità atemporale degli archetipi visti attraverso la storia della pittura occidentale.
La fedeltà all’opera non passa dalla realizzazione delle indicazioni del libretto (che pure sono rispettate per quanto riguarda lo svolgimento della vicenda) quanto dallo sforzo di esplicitare la connessione tra i temi dell’opera (l’amore materno, l’amore sensuale, la vendetta, il sacrificio) e la cultura figurativa dell’Occidente: l’immagine dei raffaelleschi Gesù Bambino e San Giovannino che si disegna sul fratricidio finale è solo l’ultima corrispondenza di un dialogo che si snoda per tutto il corso della vicenda.
Al Teatro Alla Scala di Milano.
Per INFO, DATE e BIGLIETTI: Il trovatore
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